Stop ai contanti: scopri il conto bancario obbligatorio per tutti. Scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Il denaro contante continua a circolare, specie nei piccoli acquisti o nei mercati, ma il conto corrente è ormai uno strumento sempre più centrale nella gestione quotidiana del denaro. Non si parla più solo di comodità, ma di una necessità legata anche a nuove direttive dell’Agenzia delle Entrate. In certi casi, infatti, non è più una scelta: diventa un obbligo vero e proprio, con conseguenze per chi ignora la questione.

Cosa sta accadendo negli ultimi anni

Negli ultimi anni, le carte i pagamenti tramite smartphone hanno preso il sopravvento. Fare una spesa o saldare un conto in pochi secondi è diventato normale. Il contactless, ad esempio, ridotto le attese alla cassa e reso meno comune il classico scambio di banconote e monete. Anche solo per comprare un caffè o pagare il biglietto del treno, oggi basta avvicinare il telefono. Una volta impensabile, adesso quotidiano.

L’uso del conto corrente si intreccia con tutto questo. Non solo permette di usare la carta, ma diventa la base per bonifici, crediti, addebiti automatici. Chi è abituato a ricevere stipendio in contanti, prima o poi si trova a dover gestire pagamenti digitali. Alcune situazioni non si possono più affrontare senza un conto. Un esempio semplice: il pagamento dell’F24.

Non tutti però sono obbligati ad aprirlo. Le norme sono chiare: l’obbligo scatta per categorie precise. Ad esempio, chi gestisce una società con fatturato superiore ai 400.000€ all’anno. In questi casi non si può improvvisare. Serve un conto intestato all’azienda, anche per evitare sanzioni che possono essere tutt’altro. Non si tratta di un consiglio ma è una richiesta di legge.

I vantaggi del conto corrente

Spesso vale per chi opera nel settore degli appalti pubblici o fornisce servizi enti. Senza un conto specifico, dedicato a queste attività, si rischia di incorrere in controlli, blocchi e ritardi. Il conto, in questo caso, non è solo un mezzo di pagamento: è una tracciabilità, un modo per dimostrare la liceità delle operazioni. E spesso serve anche per poter partecipare a bandire pagamenti.

Al di là degli obblighi, ci sono vantaggi pratici che vanno considerati. Con un conto si possono fare pagamenti in tempo reale, anche a distanza. Si evita di dover correre in banca o fare la fila alla posta. È una comodità sottovalutata, che però fa la differenza in giornate frenetiche. In certi casi, può significare risparmiare ore. E quando si lavora, a quel tempo vale parecchio.

Un altro punto da tenere in conto è la gestione delle tasse. Molte imposte, versamenti, dichiarazioni richiedono l’uso di strumenti tracciabili. Sempre più spesso, l’accesso a certi servizi passa dal proprio IBAN. Anche le pubbliche amministrazioni stanno abbandonando gradualmente il contante. Non si tratta solo di digitalizzazione, ma di controllo e trasparenza. E questo vale anche per le persone fisiche.

Quando non si ha familiarità con il conto corrente

Non tutti però hanno familiarità con questi strumenti. Anziani, lavoratori saltuari o che è abituato a vivere con poco può trovarsi spaesato. Aprire un conto non è sempre facile specialmente per chi non ha reddito fisso o una documentazione completa. Anche le banche a volte pongono vincoli, bisognerebbe semplificare il processo rendendolo più accessibile. Ma al momento resta un passaggio obbligato In molti casi.

Esistono anche conti base pensati proprio perché esigenze minime. Possono essere gratuiti su certi limiti di reddito e offrono servizi essenziali. Si tratta di un’alternativa molto utile per chi non vuole o non può spendere troppo. Alcune banche gli offrono anche online con apertura semplificata. Certo non sono adatti a chi fa uso frequente del conto ma possono rappresentare un primo passo.

Gestire il denaro tramite conto corrente consente anche un controllo più accurato. Non solo per chi ha tanto ma anche per chi ha poco. Sapere quanto si è speso dove e quando, può aiutare a evitare sprechi o disattenzione. Le app bancarie ormai mostrano tutto in tempo reale e per molti questo ha cambiato il modo di rapportarsi con il denaro.

Per concludere l’argomento

Chi riceve bonifici, stipendi o anche piccoli rimborsi, senza un conto si trova spesso in difficoltà. Molti datori di lavoro non pagano più in contanti e alcuni enti non accettano nemmeno domande se manca l’IBAN. Non è solo una questione di comodità ma di accesso ai diritti. Senza un conto, oggi si rischia di restare fuori da molti servizi. Una realtà che va accettata anche se non sempre condivisa.

Per alcuni l’idea di lasciare tracce digitale delle proprie spese e molto fastidiosa. La riservatezza, e il desiderio di privacy spinge ancora qualcuno a usare solo contanti. Ma il sistema si sta muovendo in un’altra direzione. Anche piccoli commercianti stanno adottando il post, non sempre per scelta. Le norme stanno rendendo sempre meno conveniente luce esclusivo del contante.

Infine bisogna fare attenzione ai controlli. L’Agenzia delle Entrate monitora sempre più da vicino i movimenti di denaro, soprattutto quelli non giustificati. Alcuni piccoli versamenti, se frequenti o anomali, possono far scattare verifiche. Avere un conto ordinato con entrate ed uscite chiare è il modo più semplice per evitare problemi.

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